In "Abi / Tiamo", egli mostra il suo talento coreografico in grande stile. Immagini poetiche emergono sin dall'inizio, quando sullo sfondo del palco Kihako Narisawa custodisce la scena in un crinolina supersized. Lei è la “Inferno” personificata, qui Spota allude al libro "Le città invisibili" di Italo Calvino. In un dialogo immaginario si precisa che l'inferno non è in attesa, ma già tra di noi. Ma anche senza questa conoscenza, il suo pezzo è emozionante dall'inizio alla fine, è associativo e sognante.
Tre pareti a forma di arco, stretti tra loro come un guscio di lumaca, si aprono sempre di più, aprendo la scena agli altri ballerini, tra i quali i principali personaggi Ayumi Sagawa e Frank Pedersen, una coppia di amanti. Si cercano e trovano reciprocamente, mettono le pareti tra loro e alla fine costruiscono un ponte connettendosi. Come Thoss, anche Spota utilizza un collage di suoni, e lavora con video proiezioni e figure simbolicamente cariche.
Tuttavia, un ambiente molto diverso emerge nella sua coreografia. I pezzi Thoss sono freschi e buio in questa serata, mentre la creazione di Spota è calda e sensuale. Non potevano che completarsi a vicenda.