Tempesta. Guarda video Guarda il making of
Quando ho studiato il testo, un’immagine ha portato a un altro (come accade con il lavoro di Shakespeare, in un continuo effetto domino) che consente l’espansione della fantasia.
Una delle cose che mi affascinava maggiormente era l’isola, dove un padre (Prospero) e una figlia (Miranda) trascorrono dodici anni insieme a esseri non umani e lontani da ogni
forma di civiltà. Proprio come in un viaggio, in ogni fase il corpo e il movimento cambiano e si sviluppano, trascinando il pubblico in un mondo magico al centro del quale Caliban, il servitore di Prospero, è legato a Miranda da una relazione che si trasforma negli anni.
“che grave peso dovetti essere io allora per voi.” Miranda
“un cherubino fosti, che mi sostenne in vita, mentre io coprivo il mare di amarissime stille ,gemendo sotto il mio grave fardello.Allora tu ridestavi un arcano coraggio in me, che mi armava e mi rinvigoriva contro le prove future.” Prospero